Verena Lucchesini
Percorsi

Le opere presentate da Verena Lucchesini alla personale nella Galleria dell’Associazione degli Artisti a Bolzano ci offrono un’interessante e a tratti emozionante spaccato del percorso in fieri della giovane pittrice bolzanina.
Soggetti diversi che ci parlano di ciò che c’è al di là della finestra aperta su una porzione di realtà: dall’intensità dei ritratti, a un dettaglio di natura, a un ambiente apparentemente disabitato.
La sperimentazione tematica ampia, voluta e sentita dall’artista, è rivolta in questa fase ad un’attenzione non univoca verso un soggetto da sviscerare in tutte le sue potenzialità espressive, bensì verso un’esigenza più universale, che comprenda in sé l’osservazione, l’interpretazione e la ricerca di comunicazione del mondo nelle sue diverse sfaccettature e potenzialità, ovvero nelle sue molteplici manifestazioni: è certamente presente una selezione attenta dello sguardo, me senza scelte aprioristiche.
Verena ha scelto una via difficile e non priva di ostacoli e tranelli, che percorre adottando una sapiente disciplina tecnica che le permette di dare uniformità di taglio stilistico al suo fecondo momento. La tecnica ad olio e acrilico appunto, prediletta da Verena su tutte le altre, che funge anche da elemento unificante, viene sapientemente variata ed arricchita da preparazioni diverse della tela, si orienta su gamme cromatiche pastello, su tinte delicate e su sfumature infinite, tono su tono, ottenute da molteplici velature di colore, conferendo eleganza al risultato finale.
La raffinatezza che traspare dalle opere è data anche da un certo rigore del disegno, mai relegato nel definitivo confine di contorno, ma coltivato entro figure dal taglio realistico spesso di gusto fotografico. La riproduzione fedele della realtà risulta essere però il risultato di un primo sguardo dello spettatore sui dipinti. Il taglio compositivo, ma messa a fuoco sul dettaglio e in particolare le scelta di luce e di colore, trasmettono al contrario un’interpretazione mentale ancor più emotiva del tema, esprimendo paradossalmente un aspetto più di soggettività che di oggettività pittorica, se non altro nel simbolismo del colore, volutamente interpretato e spesso allontanato dalla resa realistica.
Verena mi ha parlato, riguardo alla procedura del suo lavoro artistico, di un primo impulso emotivo che chiede una traduzione pittorica sulla tela, ma l’impulso del primo istante viene a mio avviso inconsciamente domato in corso d’opera, allontanandosi da un concetto espressionistico che pur le è caro, a favore di una staticità meditativa e di un sentimento possibilmente fissato in una eternità universale, memore da un lato del purismo classico, dall’altro del silenzio poetico del simbolismo.
L’esigenza di esprimersi attraverso l’arte, in particolare la pittura, nasce precocemente in Verena Lucchesini, ma viene spesso sottomessa ad altre scelte di vita e di lavoro, per emergere però sempre più prepotentemente nel tempo fino alla decisione, forse non immediata ma matura e consapevole, di un percorso formativo di tipo accademico. Lo studio presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna le permette nel 2005 di conseguire un diploma in Pittura con il massimo dei voti e di condurre un’esperienza di approfondimento a Berlino con il progetto Erasmus (presso l’UDK, Universität der Künste) consentendole di operare una sicura e definitiva scelta personale a favore della pittura, ormai parte integrante e inscindibile della sua esistenza. Diverse e regolari partecipazioni a mostre e collettive a Bolzano e altrettante esposizioni a livello personale, sempre a Bolzano (Galleria Spazio arte luna, Cristallo, Piccola Galleria) negli ultimi anni, le aprono le porte a una prima notorietà.
L’evoluzione personale o, ancora meglio, la ricerca di un’evoluzione personale, è sotto i nostri occhi. Le sue tele catturano l’occhio senza scendere nella cronistoria dell’oggetto, proponendo senza arroganza e con toni pacati ma sicuri, una “sintesi realistica”, un riassunto dell’universo nella chiave di uno sguardo rivolto all’infinito che possa aprire nuove porte al mistero della vita.

(Paola Bassetti, maggio 2009)